Il pesce azzurro

 

     Questo è un alimento talmente sconosciuto che non ha senso fare l'elenco delle proprietà: tanto si trova ovunque ma comunque nessuno lo mangia. Molto più utile raccontare il risultato eclatante di un caso che mi capitò anni fa. Concentratevi e fate buon uso di quello che state per leggere.

 

     Enrico l'indimenticabile, così è per me. Stiamo parlando di una decina di anni fa, a quel tempo Enrico aveva circa quarant'anni e venne accompagato dalla madre. Viveva ancora con lei, la madre era essenziale perchè Enrico era depresso da una vita. Ormai da qualche anno non guidava più, i farmaci gli permettevano giusto di sopravvivere ma non di vivere, o almeno non come noi lo intendiamo.

     La visita la fece tutta in uno stato catatonico, intervenne pochissimo e solo se interpellato direttamente. Sembrava assente, ma in realtà era lì e pure concentrato. Semplicemente non era partecipante. Praticamente la visita la feci grazie alla madre che mediò alla perfezione.

     Motivo della visita: dissenteria, a volte persino incontrollata; stati alternanti dell'intestino ma per lo più diarroico. Poca energia (ma non ne tenni conto vista la diagnosi e i farmaci assunti).

     La madre fu bravissima, rispose a tutte le mie domande in modo preciso e ricco di dettagli, conosceva il figlio meglio di se stessa. Mi diede un quadro piuttosto strano per un diarroico: mi assicurò che il figlio NON abusava di latticini (tipo latte a colazione, gelato, formaggio come pietanza, ecc....), anzi..., poi mangiava indifferentemente pasta e riso, carni tutte, uova. Molluschi e crostacei presenti e mangiati con piacere. Legumi d'inverno, tutto bene. Verdure e frutta ok. Usava regolarmente sale e zucchero.

     Qualcosa non quadrava pur sembrando un'alimentazione equilibrata. Ad un certo punto mi viene un sospetto: quello che lei chiamava pesce erano "solo" molluschi e crostacei. Su mia insistenza rispose che no, che quello che io intendo come pesce (testa-pinne-coda) non lo cucinava mai. Da mai. Proprietari terrieri, e profondamente legati al loro territorio, non conoscevano il pesce. O meglio, per loro il pesce era la frittura del venerdì.

     Lì ho capito. Non solo il caso ma una serie di cose collegate con la sociologia (usi, costumi, comportamenti, abitudini, ...) e le relative ricadute in ambito sanitario. Ma questa è un'altra storia, torniamo al caso.

     Raccomandai alla madre di preparargli il pesce cinque volte a settimana (si tratta di 5 pasti su 14 totali) che due di questi dovevano essere di pesce bianco e tre di pesce azzurro. Di questi ultimi tre, due dovevano essere obbligatoriamente di merluzzo. Ultima raccomandazione: doveva essere pescato e non surgelato. Su questo sono stata categorica e fermissima.

     Rividi Enrico sei settimane dopo, e lì accadde qualcosa di incredibile (e per me incomprensibile allora): non solo aveva risolto il problema intestinale ma Enrico era presente, attento e attivo, sul pezzo. La madre era la felicità impersonificata, mentre io ero ammutolita come davanti a una visione inspiegabile. Emerse che Enrico dormiva (finalmente) di notte senza aiuti farmacologici (tranne che in rarissime occasioni), che per sua espressa volontà aveva contattato lo psichiatra per rivedere il dosaggio dei farmaci: diminuiti, com'è logico che sia.

     Dopo sei mesi di pesce secondo le mie indicazioni primarie Enrico assumeva solo il farmaco per dormire e solo al bisogno (capitava un paio di volte al mese), guidava. Il ritorno a una vita vissuta.

 

     Di proposito non commenterò l'accaduto, dico solo che è stato per me motivo di studio e ricerca profondissimi. Desidero invece dirvi che il caso è stato risolto grazie ai due tipi di pesce: il bianco ha sistemanto l'intestino, l'azzurro la parte psichiatrica.

     Senza perdere tempo veniamo al dunque, il pesce azzurro è: tonno, sgombro, sarde, alici, merluzzo, aringa. Compratelo in pescheria e cuocetelo come vi pare. Ricordatevi che il merluzzo è il principe.

 

     Siamo quello che NON mangiamo.