Mare o montagna?

 

     A colloquio con la signora Maria Rosa M. di Modena: dottoressa, come ogni estate io arrivo agli sgoccioli. Stanca di tutto e di tutti, non faccio altro che contare i giorni alla rovescia nel tentativo di calmare la smania dell’ansia da vacanza. Come ogni anno si va al mare, che adoro. Come ogni anno litigo con mio marito che, diversamente da me, ama la montagna. Così, per accontentare tutti, si fa mare d’estate e montagna d’inverno. Ma, purtroppo, non va. Mi ruga dirlo, ma io al mare mi ammalo quasi ogni estate. Eppure lo adoro. In montagna non sto bene perché c’è troppo freddo e non resisto. Il risultato è che non mi godo mai le vacanze, che non diventano altro che un luogo di insoddisfazione e litigio. Ma perché mi capita questo? È forse lo stress? Si parte troppo stanchi? O con troppe aspettative? Forse che abbiamo troppo e non ci gustiamo più niente? Mangiamo sbagliato? Non le posso nascondere che questa cosa mi deprime. Il pensiero di andare al mare ed ammalarmi per l’ennesima volta mi fa sentire malissimo e non so come porre rimedio a questa cosa. Io voglio solo stare un po’ bene, riposarmi e ricaricarmi. Ma perché non ce la faccio?


     Gentile signora Maria Rosa, lei mi scrive dalla generosa terra delle tigelle e dei salumi: meravigliose tentazioni. Mi porta al ricordo degli anni dell’università, a Bologna, dove ho avuto l’opportunità di conoscere la magnificenza della cucina emiliana e delle sue genti: splendide, sorridenti e goderecce.

     L’Emilia mi ha dato tanto, mi è rimasto il vostro senso e piacere di vivere il presente. E una pronuncia della esse terrificante, che non sono mai più riuscita a togliere, una specie di marchio a fuoco che mi è rimasto dentro e che, nonostante tutto, amo. Invece non me ne voglia, ma ho eliminato la cucina (porti pazienza, ma non è esattamente in linea con i bisogni del nostro organismo).

     Ciò nonostante non voglio perdermi nel labirinto dei ricordi, e veniamo al suo quesito. Lei mi pone tutte domande logiche. Sarebbe molto facile risponderle che le sue ipotesi sono tutte un po’ vere. E che quindi lei si ammala perché parte stressata, con un sacco di aspettative, ansiosa di arrivare e, una volta arrivata, mangia anche malissimo.

     Esistono persone che al mare, e nei luoghi molto caldi in generale, stanno meravigliosamente bene e si ricaricano (nonostante la temperatura infame). Detto questo, esistono anche persone che si ammalano in terra marittima. Tutto questo avviene indipendentemente dalla loro voglia/desiderio di pace e ristoro. L’atmosfera marina, la sua aria e le sue acque, contiene una concentrazione di sale ricchissima. Ma questo non significa che faccia bene nel senso assoluto del termine, comunque non a tutti.

     Ma non è finita qui, al mare c'è la sabbia, a cui nessuno pensa mai. La sabbia si dà sempre per scontata e la si considera una sorta di corpo inerte. Eppure qualcuno di voi dovrebbe ricordare che una volta si facevano le sabbiature e che a più di qualcuno giovavano anche (non a tutti, si sa). La sabbia è Silice, un composto del silicio. E il silicio ha un ruolo nell'organismo NON MARGINALE. Quindi, a seconda che il soggetto abbia più o meno bisogno di silicio il mare può fare bene o male anche in relazione a questo.

 

     Il mare è: sodio, silicio e iodio (poteva mancare?) in alta concentrazione. Fa bene? Fa male? Dipende per chi. A qualcuno non fa bene per niente. Avete mai sentito parlare di persone che sviluppano un Herpes pazzesco proprio al mare? Stessa cosa per il cosiddetto fuoco di sant’Antonio. Oppure, sul più bello, sviluppare una misteriosa bronchite con tanto di febbrone (in genere capita ai più piccoli). Vale anche per tutti gli altri tipi di acuti: tonsillite con placche, otite, cistite, etc…

     Queste persone non lo sanno, ma starebbero meravigliosamente bene in montagna. Poi in montagna non ci vanno perché gli amanti del mare, si sa, ritengono la montagna un luogo noioso. Quindi vanno al mare, e tornano dalla vacanza stanchissimi e molto più stressati di quando sono partiti. E meno male che sono andati in vacanza.

     All’opposto, ci sono gli appassionati delle vette che, una volta raggiunta la pace delle amate cime, diventano vittime di cali pressori non meglio specificati. Dopo una passeggiatina sono stremati. La digestione si allunga incredibilmente: ore per digerire una bistecchina. Spossatezza e sfinimento. Difficoltà respiratorie. Asma. Eppure l’aria è buona, limpida, pulita, leggera, frizzante. Aria tanto buona ma....a bassa concentrazione di ossigeno. Non è esattamente un dettaglio di poco conto. Diciamo che, in linea generale, non sarebbe un luogo per anemici.

 

     Quindi, che cosa c’è che non va? Qualcosa che non va c’è di certo, ma non nella montagna e non nel mare. Dunque? Non è nel luogo il “difetto”, ma nell’interazione (impatto) ambiente-organismo. Torniamo al solito concetto che non siamo tutti uguali e che mare, o montagna, non fanno bene a prescindere.

     Che significa a prescindere dall’organismo in questione. Ognuno di noi ha un’area di “delicatezza” nel proprio corpo, una sorta di punto sensibile. Non si tratta di un punto localizzabile in una parte specifica o in un organo. Si tratta di una sensibilità individuale legata al metabolismo degli elementi minerali.