Tanto arrosto e poco fumo

 

     "Nell'anno 2017 ogni famiglia ha speso in media 457 euro al mese per l'alimentazione [...] Gli alimenti più acquistati vedono al vertice la carne (94 euro al mese), seguita da vicino da pane e cereali (76 euro), vegetali (63 euro), latte, formaggi e uova (58 euro), poi frutta e pesce." (Scarpellini, 2018)

 

     Alla faccia dei vegetariani e dei vegani. Ma soprattutto alla faccia di quelli che pensano che il consumo di pesce sia proporzionato ai chilometri di costa. Come al solito le statistiche si scostano dal nostro immaginario, tuttavia riflettono molto bene l'idea che mi sono fatta io ascoltando quotidianamente i pazienti. Questa statistica riflette il vero.

     Gli italiani vivono di petto di pollo e petto di tacchino. Sia ben chiaro che di cosce non se ne parla: vanno fatte in teglia e ci vuole tempo. Ma soprattutto ci vuole la fantasia delle nostre nonne che in teglia facevano qualsiasi cosa. Attualmente le teglie non so bene a cosa servano, pare che esistano in ogni casa ma siano conservate in soffitta o simili.

     La voce carne è in testa e vista così sembra alta ma comprende anche il consumo di affettati, prosciutto in testa a tutti, con cui si possono preparare piatti iperveloci ed estremamente gratificanti per il palato. Proprio questo fa sì che il consumo sia smodato.

 

     A seguire pane e cereali. Questa voce comprende un po' tutti i panificati (grissini, crackers, fette biscottate, ...) e la pasta, di cui noi italiani siamo cultori ossessionanti e ossessionati. Con il pane accompagnamo qualsiasi cosa, frutta compresa, con la pasta tappiamo qualsiasi buco. Non sai cosa mangiare? Con pasta, olio EVO e una grattata di Parmigiano 36 mesi mettiamo in pace il mondo intero. E grazie a questo ci troviamo davanti a un altro elemento dal consumo smodato.

 

     Vegetali al terzo posto, non c'è da sorpredersi. La gente mangia poca verdura nonostante i proclami da megafono che giungono da più parti. Non c'è un motivo specifico di antipatia, piuttosto di cattiva digeribilità. La lattuga massacra i 9/10 della popolazione, i legumi gonfiano, il pomodoro favorisce l'acidità, la melanzana pizzica, il peperone è indigesto, gli spinaci allappano. In linea di massima se la cavano il radicchio, il finocchio, le patate e le erbe cotte.

 

     Latte formaggi e uova al quarto posto. Questo l'ho trovato strano, me li sarei aspettati al secondo posto. Tuttavia ci sta perchè negli ultimi anni il consumo di latte è crollato a picco. Quello delle uova è a picco da trent'anni. Resistono i formaggi, con la scusa del calcio (?) come toccasana per l'osteoporosi. Non fatemi commentare.

 

     Frutta e pesce all'ultimo posto. Massacrante ma reale. La frutta la mangiano veramente in pochi, anche qui vale un disagio reale dovuto spesso a reazioni allergiche e/o pesantezza. Vogliamo parlare di melone e anguria? O delle fragole? O della mela indigesta ai più? Dell'uva? Dell'ananas? Delle arance? Resta poco sapete.

     Va più o meno tutto bene, nel senso che si tratta di una statistica comprensibile e aderente alla realtà (non ai bisogni nutrizionali reali ovviamente) fino a quando si arriva al pesce. Un consumo così basso di pesce è reale, ve lo confermo, ma INSPIEGABILE. Elemento leggero, digeribile, facile. Eppure....nell'immaginario collettivo il pesce è un elemento di difficile preparazione. E io questa cosa la trovo demenziale perchè non ha fondamento alcuno.

 

     Bene, dopo tutti questi appunti ragionati come concludere questa carrellata di realismo culinario? Dicendoci che tutto è perfettibile e che imparando a mangiare si gusta meglio la vita.

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SCARPELLINI E. (2018), La dieta globale conquista anche i poveri, La Lettura del Corriere della Sera, n°353, 16 e segg.