Meglio i cibi di stagione?

 

     Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare, ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare.
(Manuel Vàzquez Montalbàn)

 

     I seduttori culinari seriali hanno dalla loro la fantasia. Se così non fosse sarebbero ridotti a spiegare ogni giorno la stessa cosa generando nello sfortunato degustatore una noia mortale. Diventando noiosi si esce dalla categoria seduttori per entrare nella categoria abbandonati. Fine.

     Se i pranzi e le cene vengono organizzati orientandosi prevalentemente, o unicamente, sui cibi di stagione otteniamo diverse cose (a fine stagione):

  1. Una o più intolleranze alimentari
  2. La cattiva digeribilità dell'alimento/i
  3. Una noia mortale.

     Passi l'ultima, uno è libero di annoiarsi a morte per sempre. Passi la prima perchè non sempre ci si accorge dell'intolleranza, può essere subdola. La seconda non passa proprio perchè il soggetto non sta per niente bene.

     Facciamo un paio esempi, così capite il rischio del consumo (accanito) dei cibi di stagione.

     Esempio 1 - IL POMODORO. Questo è un alimento ufficialmente estivo e ufficiosamente senza stagionalità, perchè presente in tavola tutto l'anno grazie alle conserve. I fanatici del pomodoro iniziano in giugno e finiscono (finiscono?) a settembre. Tra agosto e settembre (ma anche prima) iniziano malesseri più o meno fastidiosi di cui il prurito e la dermatite sono solo i più frequenti. Non contenti, si procurano dal contadino cassette di pomodori per fare la conserva con cui condiranno gli spaghetti tutto l'anno. Poi hanno la gastrite, il reflusso, l'ernia iatale, la tosse, la pelle disidratata (prurito e dermatite già detti). E qualcosa ho dimenticato.

     Esempio 2 - ARANCE, MANDARINI & Co. Da novembre a febbraio è tutta una. Il picco è tra fine/inizio anno. Passi l'inevitabile acidità per la quale basta un banale antiacido per risolvere sempre o quasi. Il punto debole degli agrumi è un altro: l'aspro, cioè la quantità importante di acido citrico contenuto che sottrae sale all'organismo. Ne consegue una debolezza severa, simile a quella delle giornate estive più calde.

 

     I cibi di stagione hanno diversi vantaggi, tra cui gusto eccellente e buon prezzo. Ma se in stagione si fa incetta solo di quelli ci si ritrova a sprofondare nella ripetitività che, inevitabilmente, porta a intolleranza e disturbi digestivi.