A noi il caldo: e la pressione?

 

     A colloquio con la signora Maria Rosa H. di Bolzano: dottoressa, io penso che la mia pressione sia una sorta di altalena. Non mi prenda per pazza, ma io ho questo dubbio. Ho conoscenti che hanno la pressione alta sempre, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. La mia dipende dal tempo, ma in un modo così marcato che non so più come comportarmi con la pastiglia: per non sbagliare l’ho smessa (la prego, non sono pazza). Entro nei dettagli: se viene il grande caldo, e le assicuro che in una “conca” come Bolzano non si scherza…, devo assolutamente smettere perché ho delle crisi ipotensive molto importanti (potrei chiamarli collassi). Se, in qualsiasi momento dell’anno, vado in vacanza, e quindi mi rilasso, devo smettere, altrimenti rischio il solito collasso. Insomma, io non so bene come comportarmi, non so se questa cosa è pericolosa o meno. Non so se la mia pressione è realmente alta o meno. Il mio medico di famiglia, che stimo molto, non insiste per farmela assumere ad ogni costo (tuttavia non me la toglie…me la sono tolta da sola). Di una cosa sola sono certa: sto peggio quando la pressione mi va giù, non quando mi va su!! Ha qualche consiglio da darmi?


     Gentilissima signora Maria Rosa, che bello avere l’opportunità di parlare della pressione sanguigna. Non mi capita spesso, ed è un peccato perché sono tantissime le persone che assumono un farmaco ipotensivo.

     Molti lo assumono a ragion veduta, ma non per tutti è così: sono diversi i casi di persone che lo assumono senza avere una reale pressione alta. Io suggerisco sempre di imparare ad osservarsi, esattamente come ha fatto lei, e di iniziare una riflessione seria sull’utilità o meno del farmaco (questa affermazione vale per tutti i farmaci, naturalmente).

     Ho ben impresso nella mente un paziente che ho visto recentemente. Si tratta di un giovane signore del ’63, venuto a trovarmi con l’obiettivo di risolvere la sua gastrite, accompagnata anche dal Morbo di Gilbert (una forma di iperbilirubinemia congenita). Dall’anamnesi emerge che, in modo similare a lei, assume il farmaco per la pressione sostanzialmente d’inverno. D’estate lo evita, specialmente se è in vacanza (dove, naturalmente, si rilassa).

     Sempre dall’anamnesi emerge, in modo chiarissimo, il suo nervosismo di base: la classica persona che manifesta reazioni forti nei confronti dei disagi quotidiani. È evidente che le reazioni del soggetto, quando sono “sopra le righe” inducono un aumento NATURALE della pressione sanguigna. E non può essere altro che così.

     Ricordo, sempre con grande tenerezza e amore, mio padre, che era un vero sanguigno: nei momenti topici aveva la minima a 120. Non vi dico... Poi, passata la buriana, tutto svaniva in una bolla di sapone. Ecco, lei potrebbe proprio essere come queste persone, che non hanno una pressione alta propriamente detta, ma dei picchi pressori indotti, quasi esclusivamente, dal loro temperamento energico (e dal fatto che, quando vanno dal medico per farsela misurare, si agitano. Anche questo va detto).

     In questi casi il farmaco non andrebbe assunto perché, nei  momenti di cosiddetta calma, subentra una fiacchezza senza pari scambiata per vera e propria astenia. Magari assieme ad una forma anemica. Qui la cosa più saggia è l’auto-osservazione, non c’è nessun medico che supera noi stessi (questo è pacifico).

     Fermo restando che la maggior parte dei casi di pressione alta sono reali, invito a non farsi mai ingannare da una pressione alta che si manifesta solo in determinati momenti e non in altri.