Celiaci si nasce o si diventa?

 

     A colloquio con la signora Anna B. di Brescia: ho una figlia di 15 anni e, un anno fa abbiamo scoperto che è celiaca, così abbiamo cominciato con le classiche diete a base di alimenti privi di glutine. Mi hanno sempre detto che si tratta di una malattia autoimmune, ma quando chiedo quale sia stato l’elemento scatenante, visto che in quindici anni non le era mai stata diagnosticata, nessuno mi dà delle risposte significative, ma solo supposizioni. Volevo avere un suo parere in merito, perché ancora non ho capito quale sia stato questo elemento scatenante (ammesso che ci sia).


     Gentile signora, esiste un solo agente scatenante per questo tipo di disturbo ed è il "carico" di frumento tipico della nostra cultura: pane, pasta, grissini, pizze, pasticcini, tramezzini, brioche, biscotti. Sembra che non ci sia nulla senza frumento. In realtà c'è molto ma non in Italia. Diciamolo così: celiaci NON si nasce. A tale proposito la invito a leggere la lettera della signora Laura.

A tale proposito la celiachia NON è una caratteristica dell’organismo ed è un errore considerarla una patologia. Infatti non lo è. E’ semplicemente una peculiarità costituzionale che si manifesta grazie a un eccesso di un certo gruppo di alimenti. Infatti se l'eccesso non c'è non si manifesta nulla.
     Ma come mai, fino ai 13 anni, non ci sono stati sintomi che ci indicassero il problema?
     Perchè probabilmente il carico di frumento non era "massimo" e quindi non c'erano le tracce rilevabili del disturbo. Probabilmente qualche sintomo c'era però: digestioni molto lunghe, feci eccessivamente molli e troppo frequenti, eruttazioni, dermatiti non allergiche, asma non allergica, ecc...

     Quindi, noi non siamo mai stati in grado di cogliere questa cosa, perché non ci sono mai stati dei sintomi eclatanti?
     E’ vero che i sintomi citati non sono peculiari della celiachia: molti sono i disturbi del nostro organismo che si manifestano attraverso questi fenomeni che ho citato. Tuttavia occorre dire che un Professionista preparato è assolutamente in grado di leggere questi sintomi in modo corretto o, quantomeno, di sospettare un’ipotetica celiachia e di muoversi di conseguenza.
     In effetti, quando noi li abbiamo letti, i sintomi erano: dissenteria quotidiana.
     Sicuramente negli anni precedenti si sono presentati dei sintomi lievi e gestibilissimi, che capitano un po’ a tutti i bambini e che non hanno destato particolari pensieri a voi genitori. Tuttavia, il dubbio non si pretende che sorga al genitore, che ignora la materia medica, ma al Pediatra si.
 
     Il fatto di non mangiare glutine non comporta qualche deficit di crescita? Non manca qualche sostanza? Qualcosa che ci serve per lo sviluppo corretto?
     Direi di proprio di no. Il glutine non è fondamentale. A onor del vero non è nemmeno qualcosa di così importante. Lo dimostra il fatto che io, quando assegno una dieta disintossicante al paziente, spesso gli elimino i cibi contenenti glutine. Però mi rendo conto di una cosa importante: lo faccio perchè sono in Italia. Fossi all'estero, dove c'è un consumo limitato del frumento, non lo farei.

     Tutti noi italiani, chi più chi meno, sviluppiamo una sorta di sensibilità (o intolleranza) verso il glutine. Lo dimostra il fatto che molti, certamente non celiaci, dichiarano uno stato di benessere mai avuto in precedenza dopo essere stati un periodo (uno o due mesi) senza assumere glutine. Il significato di questo stato di benessere non è casuale: in questi soggetti il glutine poteva non sviluppare sintomi a carico di stomaco o intestino, ma sviluppare sintomi come cefalee, afte, candida, etc…

 

    Sono tanti i disturbi reversibili, anche quelli definiti cronici. Imparate a non dipendere dal cibo "standard".