Voglio la mappa!!

 

     "La mia domanda riguardo l'alimentazione è questa. "Ci saranno pur mappe umane?"

     "Ho sperimentato che il mio prurito ha cominciato a diminuire fino a sparire da quando ho inziato a togliere ciò che era nocivo per la mia salute. Ho iniziato a seguire la dieta da lei consigliata. Ho inziato a comprendere che quindi ci sono due sensi di direzione, anche nel cibo: o nutre, o denutre, cioè o apporta nutrimento (che io intendo come energia, vitalità) o toglie nutrimento (intendo toglie vitalità, quasi alla Freud tipo o Eros o Thanatos). Sara' pure banale ma il cervello rettiliano funziona così, il mio per lo meno, e quindi ho cominciato a chiedermi come funziona il sistema immunitario. Avere le difese immunitarie basse, sommariamente, potrebbe intendersi un organismo che ha poca energia autopoietica dunque poca capacità di essere se stesso, di essere definito, quindi di comprendere (molto "banalmente") chi gli è nemico chi invece gli è amico, diciamo.... parlo sia a livello cellulare minuscolo (che posso solo immaginare fantasiosamente senza competenza) sia a livello di comportamento umano dell'organismo, dell'individuo insomma ...(sempre che sia vero che il microcosmo ed il macrocosmo coincidano). Questo mica è una roba da poco...voglio dire se un organismo non riconosce chi (o cosa) lo nutre e/o chi lo denutre, apposto stiamo. Ovvero, io come facevo, senza il suo aiuto prezioso, a capire che una cosa mi faceva male e un'altra no? Con che capacità sottile di ascolto di se stessi bisogna avere a che fare? Con quali criteri poi, effettivamente, posso dire questo nutre e questo no? Quali "mappe"... ?? E questo vale non solo per me ma anche per gli umani in generale, come si fa a capire che un alimento e' una tendenza del mio "essere naturale", una tendenza chiamiamolo di quel desiderio vivente, DNA, principio vitale... cioè che sottile linea divide il riso integrale come nutriente e la verdura amarotonica (parlo nel mio specifico caso) come nocivo... Fondamentalmente nel discorso è: ma da dove arriva la fonte di informazione? Lei voglio dire me lo ha letto in qualche modo, fra le righe o senza tanto fra le righe io che ne so, ma lei ha intuìto cosa è e sì cosa è no. E dove lo ha letto??? Nel DNA, nella mia storia, nella mia pelle, nelle parole, nelle emozioni, nell'identità (?)... Cioè come si leggono le informazioni sottili?????.... Io vorrei una mappa perché sennò non do pace all' intúito ....

     Non so se mi sono spiegata nella domanda... sicuro è incasinata come chi la fa... ma anche il concetto non scherza ...
     Con questo non metto in dubbio il suoi consigli nutrizionali, anzi! (al contrario come sa le ho mandato più di qualcuno) ...Mi sembra un validissimo spunto di ragionamento... mi chiedo: ci saranno pur delle "mappe umane" di riferimento ... Come si fa a dire che un organismo è in salute e uno no.... quale equilibrio va considerato?! Che parametri?? Ovviamente da filosofa che ne so immagino un chimico formulario di base ... carbonio ossigeno fosforo azoto potassio (sodio e purtroppo io non so che altro ) in una certa quantità con un disegnetto a nido d'ape e ok. Ma poi la signora Sara X e il signor Mauro Y avranno un equilibrio leggermente diverso, tot molecole in più di questo o quello...  giusto ??!?!? Quindi come sempre alla fine si vanno a vedere le molecole...e  quindi la catena fosfolipidica? Cioè l'identità di una persona è data dalla modalità in cui la sua catena fosfolipidica comunica??

     Fondamentalmente: cosa ci piace e cosa non ci piace NON è un sufficiente metro di misura. Forse la chiave è  comprendere quale è la propria zona di comfort di un organismo...e da lì vedere quanto distante è dalla sua nicchia di appartenenza...  vedere dove c'è intasamento (= su quali alimenti ci si fossilizza e che creano il disagio oltre che il comfort) e scremare...

     Io credo che essendo un po' troppo artificializzati, forse perdiamo il nostro senso vitale ... cioe io capisco che prima o poi morirò e che benissimo bella lì, muoriamo tutti, ma ci sono degli alimenti che mi fanno "vivere secondo i miei bisogni nutrizionali (che logaritmo c'è dietro xyz??)" e quindi magari mi fanno vivere un po' piu a lungo (salvo slavine ovvio) e altri che invece forse accorciano perche mi "fanno male"... E poi, oltre ad ascoltare se stessi che altri strumenti si hanno?

     P.S.: io sto benon eh! Sto solo cercando di capire la teoria dalla mia pratica e dalla tanta osservazione che ho in generale, a tutto tondo ... ;-)"

     Federica.

 

     Quando mi fate queste domande io impazzisco. Un po' di felicità e un po' di sana invidia: i Filosofi mi rapiscono e mi conquistano, forse perchè rappresentano il mio mondo parallelo, quello a cui si anela e non si raggiunge mai per assenza di strumenti di collegamento efficaci: sono una razionale di base, mi ha formato la chimica.

     Non so bene come farò a rispondere a queste domande intelligentissime e "aperte", proverò con una logica sfumata...le risposte non sono mai nette, questo non ho bisogno di spiegarlo a te, Federica cara.

     Risponderò alle righe della tua lettera che ho messo in grassetto e che rappresentano un po' il nucleo di tutte le domande. 1. Capire da soli ciò che ci fa bene o male purtroppo non è possibile. O meglio, si riesce a capire che cosa ci fa male (ma non tutti ci riescono perchè non tutti sviluppano sintomi/malesseri direttamente collegabili a quel determinato cibo), MA MAI si riesce a capire che cosa ci fa bene. Il grande limite è la parte anteriore del cervello, il lobo frontale, la parte cognitiva dell'encefalo che si è sviluppata in milioni di anni e che ci contraddistingue dagli altri mammiferi e dagli animali in generale.

     E' la sede dei pensieri astratti, delle scelte, dei piaceri ingannevoli, dei desideri e dell'apprendimento scolastico così come noi lo intendiamo. Il lobo frontale è la sede dei comportamenti regolati, normati e incasellati, la sede dei processi educativi e il loro risultato, la sede dei nostri convincimenti a dispetto di tutto e di tutti. Quando noi scegliamo un cibo lo facciamo col lobo frontale. Colgo l'occasione per ricordare che le scelte sono sempre ragionate, l'istinto (cervello rettile) non sceglie: discrimina subito ciò che è bene o male e infila una via senza dubbio alcuno. E' l'intuito animale.

     Di certo il cibo non lo scegliamo con l'intuito, se così fosse non saremmo in una società permeata dalla malattia. 2. Per capire che cosa ci fa male e che cosa no occorre avere il coraggio di dare spazio al cervello rettile, la parte antica del cervello, la parte degli istinti e del loro soddisfacimento, la parte animale di noi. Nessuno di noi la conosce perchè è in antitesi con il lobo frontale: viviamo in una società piena di regole gestite dal lobo frontale che, per funzionare a dovere nel rispetto di tutto e di tutti, mette regolarmente a tacere il cervello rettile. Punto.

     Il lobo frontale è allenatissimo, il cervello rettile è arrugginito. Mettiamola così...il cervello rettile ormai ci serve per scappare (fuga) da una sparatoria ma non per scegliere (discriminare) il cibo. Da questo capisci quanto possa essere difficile "capire" il cibo. Quella che tu chiami "capacità sottile di ascolto" è una qualità intrinseca del cervello rettile, ipersviluppata negli animali e iposviluppata in Homo sapiens. Attenzione: ho detto iposviluppata, NON non-sviluppata. E' chiaro che questa capacità è in noi e può essere potenziata. Esiste una sola tecnica che la potenzia: la PNL (Programmazione Neuro Linguistica).

     3. Sviluppare il cervello rettile significa ANDARE OLTRE ed è quello che faccio io con voi, in visita. Se io vi chiedessi che che cosa vi fa bene (parlo di cibo) sarebbe la fine: tutti mi risponderebbero cioccolato, e io avrei già dovuto cambiare mestiere da un pezzo. Fine. Ma diciamo che non è granchè nemmeno chiedervi che cosa vi fa male: tutti rispondono con i soliti stereotipi...i fritti, i grassi, i sughi,... Così non si va da nessuna parte, si tratta sempre e comunque di risposte preconfezionate con cui non costruisco niente e non aiuto nessuno.

     Ma siccome da tempo ho imparato ad andare oltre (per fortuna mia e vostra) vi faccio un'infinità di domande sugli odori....E SI APRE L'UNIVERSO. E' il cervello rettile che parla, è lui il protagonista, il soggetto, l'animale che mette a tacere l'uomo. 4. E a questo punto io traccio una mappa chimica dove la possibilità di errore è bassissima (non zero, ovviamente) e la risposta in termini di efficacia è massima. Come vedi la mappa esiste ed è una mappa chimica di relazione tra gli elementi. In definitiva il mio lavoro consiste nel capire qual è l'elemento in eccesso e, grazie alla mappa, so come controbilanciarlo.

     Perchè non basta eliminare il VERO eccesso, cosa che comunque sanno fare in pochi, per curare bisogna controbilanciare.

     Dicevamo che la mappa esiste. E' una mappa chimica ed è di valenza universale. Questo significa che i rapporti tra gli elementi chimici del corpo sono uguali per tutti i mammiferi, Homo sapiens compreso. La difficoltà sta nel fatto che OGNI INDIVIDUO ha un proprio livello ottimale degli elementi pertanto, pur non cambiando il rapporto tra gli stessi, quello che cambia da persona a persona è il "quantum" perchè ognuno ha un proprio equilibrio dettato da una genetica unica e irrepetibile.

     Da cui si deduce con imbarazzante chiarezza che le teorie dietologiche sono il fallimento della nutrizione e della vitalità.

 

     Grazie Federica per questa opportunità che CI hai dato (a me e a chi legge). Scrivimi ancora e ancora.