Il coraggio del diverso

 

     Oggi vi faccio partecipi di una mia osservazione frutto di anni di attività clinica.

 

     Il bello del mio lavoro sta nella sua dinamicità. Da una parte il Paziente, con tutta la sua variegata tavolozza di disturbi da domare. Dall'altra la Persona, con tutta la sua complessità inserita nella drammaticità del vivere quotidiano.

     In virtù del fatto che esiste un legame indissolubile tra i pensieri e le molecole che compongono il nostro corpo, va da sè che le malattie sono direttamente proporzionali alla staticità dei nostri pensieri.

     Sono anni che osservo questo dettaglio.

     Le malattie croniche, quelle che si ripresentano puntualmente, quelle da cui sembra di non guarire mai, si manifestano più frequentemente in quelle persone che hanno fatto della loro vita un protocollo standardizzato.

     Stesso lavoro per anni e anni, stessi orari, stessi tragitti, le stesse immagini dal finestrino. Lo stesso cibo, lo stesso partner, gli stessi programmi televisivi. L'armadio pieno di vestiti per poi mettersi sempre le stesse cose. Una sessualità ridotta al minimo sindacale (quando va bene).

     Il garage strapieno di oggetti "morti", poco utili anche da "vivi", che non si ha il coraggio di buttar via.

     Una vita all'insegna dello standard.

     La mia eterna lamentela circa il fatto che si mangino sempre le stesse cose fa parte di un processo più ampio, dove le "stesse cose" sono anche altre. E sono sempre quelle.

    

     Beati quelli che osano, che si fermano davanti a un NO solo per accarezzarlo e trasformarlo in un SI. Che trovano una soluzione sempre perchè il problema è la loro risorsa. Che assaggiano ogni cibo perchè assaggiare il cibo è assaggiare la vita.

     Beati quelli che cambiano cibo, vestiti, vacanze, amore, luoghi, case.

     Chi è educato al cambiamento si ammala poco. O di cose di poco conto.

     Cambiare è darsi al diverso. Il cambiamento educa i pensieri e trasforma le molecole che, come in un balletto alchemico, si ritrovano e si rinnovano generando energia.

     Siate giovani, cambiate.

 

 

Nella foto Marta Marzotto, Borzano (RE) 24 febbraio1931 – Milano, 29 luglio 2016