Sono sempre stato bene

 

     E' una frase tipo, la dicono tutti quelli che improvvisamente si ritrovano a fare i conti con un disturbo che non se ne va. Nonostante i farmaci, nonostante gli specialisti consultati, nonostante tutte le indagini diagnostiche possibili.

 

     E' il resoconto (leggi: resa dei conti) che arriva con i cinquant'anni. Una volta, cioè fino a una ventina d'anni fa, arrivava con i sessant'anni. La soglia si è abbassata di un bel 10 anni, qualcosa deve essere andato storto. Tant'è.

     Mi viene in mente il caso recente di un signore che è venuto a trovarmi per un problema molto serio della pelle, comparso improvvisamente qualche mese prima su tutto il corpo. Un problema risultato anche difficile da diagnosticare. Stiamo parlando di un soggetto molto attivo, uno sportivo, un uomo in gran forma (apparente). Non vi tedio con i dettagli e arrivo al punto: nella sua vita il cibo più mangiato in assoluto è stato il gelato. Anche le altre forme dolciarie, certo, ma più di tutti il gelato.

     La proibizione di ogni forma di latticino è stata un'ovvietà e NON è di questo che voglio parlare. Voglio invece farvi notare che a lui, come a tanti, è capitato che il corpo ha presentato il conto, senza sconti, grazie a un pretesto scatenante: un integratore, la cui assunzione per un paio di mesi ha creato le condizioni per accendere una miccia cortissima e creare l'inferno.

 

     Qual è dunque il messaggio? Se passate la vita a ingolfarvi di una determinata categoria di cibi (ignorandone completamente altre, ovviamente) mettete una seria ipoteca su quello che tutti chiamate futuro.

     Naturalmente aggiungo che le vostre palestre e il vostro amato movimento servono solo a due cose: aumentare il vostro piacere estetico e sedare il vostro senso di colpa nei confronti del cibo ingurgitato. A nulla servono come credito per il futuro.

     Se il futuro non vi interessa tutto questo non è un problema: continuate pure sulla strada che vi siete tracciati senza farvi domande. Se il futuro vi interessa, cioè se vi interessa, ad esempio, programmare le vacanze in un luogo ameno e non all'ospedale, vedere crescere i vostri figli, oppure (semplicemente) gustare la meraviglia di un'alba senza pensare che potrebbe essere l'ultima, fatevi delle domande su come mangiate.