Caldo: stop ai consigli standard

 

     A colloquio con la signora Paola P. di Brescia: gentile dottoressa, io non ho da sottoporle domande specifiche, per mia grande fortuna sono sana (almeno credo, perché io così mi sento). Io mi sento proprio bene, anche in forma, è questo che mi fa dire di essere sana. Vorrei cogliere l’occasione per avere un indicazione seria circa le mosse più “giuste” per fronteggiare il caldo. Temo che sia una domanda banale ma, come ogni anno, quando arriva il caldo ci si lamenta tanto e non si sa che cosa fare. Consigli: bere tanto, sempre. Non uscire di casa nelle ore di punta del sole a picco. Integrare le perdite di sali minerali con opportuni integratori alimentari. Se ci si espone al sole, avere la precauzione di spalmarsi le opportune protezioni (molto alte). Consumare molta frutta e verdura. Questi consigli valgono per tutti? Ci sono persone che hanno bisogno di altro?


     Gentile signora Paola, altroché domanda banale. Siamo tutti stanchi di sentire ripetere incessantemente i soliti consigli ogni anno, io per prima. Qualche giorno fa mi trovavo in un negozio, in fila alla cassa. In sottofondo la musica della radio e lo speaker che, tra un brano e l’altro, si raccomandava tanto affinché gli ascoltatori non si esponessero al sole nelle ore centrali della giornata, ricordando a tutti la pericolosità dei raggi ultravioletti.

     Ma che raccomandazione è?!? Mi è salita la mosca al naso: il mondo è pieno di banalità imbarazzanti. È come raccomandarsi di non uscire in gennaio svestiti. Oppure di non mettersi in autostrada senza carburante. Mi viene da ridere.

     Le banalità ci abbruttiscono e ci rendono prigionieri di cliché insignificanti che ci tolgono la capacità di pensare. Gli uomini liberi pensano. E io, da sempre, mi faccio vanto di essere una donna libera. Tutto ciò premesso arriviamo al dunque.

     1) Esposizione a mezzogiorno. Prova ad andare a dire che il sole fa male, anzi malissimo, a tutte quelle lucertole, con sembianze umane, che si rigirano FELICI sotto il sole di mezzogiorno. Lo fanno ogni estate che l’Onnipotente manda su questa terra. Si rigirano badando bene di non lasciare inesposto nemmeno un centimetro quadrato di pelle (salvo i punti dove interviene il senso di pudore che accompagna la nozione comune di decenza).

     Dopo una giornata di girarrosto te le ritrovi in discoteca, brillantissime e piene di dinamismo. Superenergiche. Non solo non si ammalano ma non si stressano neppure!!! Non dimenticherò mai il sorriso meraviglioso di Teresa, straordinaria signora di 89 anni, elegantissima nel suo cappottino a quadri (era inverno) che tanto mi ha ricordato Coco Chanel, che mi ha dichiarato di adorare il sole nello stesso modo in cui lo adoravano gli Egiziani.

     Mi ha affermato, solennemente, di esporsi a tutt’oggi e di non avere mai avuto problemi in tal senso. Rammaricandosi, povera cara, delle sofferenze del marito, morto di melanoma anni fa, mai esposto al sole. Di questo non si capacitava.

     2) Rischio disidratazione. Supermega raccomandazioni a bere. Litri, litri, e litri. Tra poco diranno di munirsi di damigiane pocket. Tutto giusto, se uno suda. Peccato che non tutti trasudino. Esiste una nutrita schiera di persone che sembrano indenni da sudorazione. Non sudano nemmeno in palestra, nonostante le grandi manovre dirette dal loro personal trainer. Prova tu a farli bere.

     A me rispondono che l’acqua gli è indigesta. Io un po’ insisto, poi mollo. Non me la sento di obbligarli, so che fanno veramente fatica. Col risultato che poi si sentono gonfi come palloni. Per queste persone l’unica acqua che ha un vero significato è quella del digiuno. Non c’è molto da aggiungere.

     3) Perdita di sali minerali. Vedi il punto precedente. Se la sudorazione è scarsa non ha senso imbottirsi di sali minerali. In ogni caso, se il soggetto che suda beve acqua in proporzione, non ha la necessità di aggiungere anche i sali come integrazione. Stiamo parlando di soggetti sani naturalmente.

     L’acqua contiene già moltissimi sali minerali, per non parlare di frutta e verdura. Un ulteriore aggiunta non fa altro che scombussolare l’organismo e renderlo vulnerabile. A tale proposito sono stata recentemente interpellata da un mio paziente, il quale ha sofferto, per qualche notte, di crampi ai polpacci. Fiducioso di trovare una soluzione semplice, va in farmacia.

     Gli consigliano un integratore a base di Potassio e Magnesio. Facile no? Il farmacista, pensando di fare cosa giusta, gli suggerisce il dosaggio massimo. Risultato: una dissenteria molto, molto importante. È la solita storia dei protocolli: non siamo tutti uguali, inoltre una carenza di magnesio NON è quasi mai all’origine dei crampi notturni.

     Piuttosto, il magnesio è un ottimo lassativo: avete presente la pubblicità che recitava “una punta di magnesia per digerire e un po’ di più per stimolare l’intestino”? Ecco se ve la ricordate vi siete risposti da soli. Per sistemare definitivamente l’intestino del mio paziente (e i crampi) gli è stata molto utile l’assunzione di zolfo. Pensa un po’…

     4) E i bambini? I bimbi hanno la cute delicatissima e vanno adeguatamente protetti. Per il resto, proprio perché sono bimbi, seguono il loro istinto e si espongono, o meno, in relazione alla loro disposizione naturale: in loro non domina la ragione, quindi è difficile che sbaglino (in linea di massima non fanno scelte che non siano in linea con i loro bisogni biologici).

     5) I soggetti realmente a rischio? Gli anziani, poveri cari. Imbottiti fino all’osso di farmaci: antidolorifici, antitrombotici, antistaminici (non si sa mai che siano anche allergici), antitutto, antimorte (antivita?). Un miracolo che sopravvivano (ai farmaci non al caldo). Deve essere l’istinto di sopravvivenza animale che, appunto, sopravvive a tutte le scatolette variamente colorate ben disposte sopra la credenza. Sia ben inteso, in ordine di orario.

     Una vita scandita dagli orari dei farmaci. Prigione dorata.

     Morale della favola di tutta questa pappardella che vi ho raccontato? A qualcuno il caldo fa anche bene…di certo non così male. Che piaccia, o no, non siamo tutti uguali.