Natale in casa

 

     Eccolo. Anche quest'anno, come ogni anno, è arrivato. E tranne i pochissimi casi che si rivolgono alla ristorazione, per tutti gli altri c'è il piacere di ritrovarsi in famiglia.

     A tavola in famiglia. Un bell'impegno [chiamiamolo impegno...a Natale bisogna essere buoni].

 

     L'impegno ha diverse sfaccettature, come dire, critiche. Nel senso che non rappresentano un piacere impegnativo ma un dispiacere impegnato a non sembrarlo.

     Come al solito affidiamoci ai nostri esempi ampiamente esplicativi.

  •  Pranzo all'italiana. Non ho ancora ben capito quale sia il problema insito nella nostra genetica di popolazione, sta di fatto che si prepara cibo per il numero di persone effettive moltiplicato per 10. E' una congiura. Peggio, è una malattia. CRONICA.
  •  Inizia la degustazione. A patto di essere a casa di un/una cuoco/a eccellente la degustazione è una vera e propria gioia dei sensi. La gioia dei sensi termina miseramente subito dopo l'antipasto. La sequenza infinita dei primi piatti pone fine al piacere lasciando spazio ai mancati "non ce la faccio, no grazie". E' Natale, non si può rifiutare (?)
  • Prosecuzione del martirio. Il piacere di essere in compagnia annega nei liquidi, più o meno alcolici, che favoriscono [che buona che sono oggi] la discesa all'inferno dei cibi. Quando i cibi solidi sono troppi i liquidi servono per forza. Troppo dell'uno + troppo dell'altro=lanciafiamme nello stomaco. Eh beh...
  • Speranza che il tutto abbia una fine. Il punto sta nel fatto che, dopo la sequenza numerica senza senso dei primi, l'arrivo dei secondi sembra una condanna senza appello. Mi viene in mente Il Processo di Kafka. Non mi viene in mente niente di peggio.
  • Termine del martirio con firma del testamento in presenza del Notaio. Uno capisce che è arrivata la fine. Si dai lo capisce. Il momento esatto coincide con l'arrivo del pandoro leggermente scaldato nel forno e sommerso da una calda crema allo zabaione tutta rigata da una ragnatela di cioccolato fondente. A lato, nel piatto, una ciotolina con una seconda salsa dolce. Si sa mai che lo zabaione non piaccia. O non basti. E qui entra il Notaio.
  • Una parola di conforto per tutti quelli che fino al giorno prima erano a dieta. OMISSIS.

 

     Ce la faremo prima o poi a guarire da tutta questa paura che il cibo non basti? A quel punto sarà, finalmente, un Buon Natale.