Il bello del ristorante

 

     In questi tempi di dichiarata crisi c'è un fenomeno sociale che lascia perplessi: il pienone dei ristoranti. Una nota stonata se si pensa alle tante persone in difficoltà (quantomeno dichiarata). Guardiamo meglio questo fenomeno.

 

     Che l'uomo sia un animale sociale è noto da sempre. E il modo più diffuso in cui manifesta questo bisogno di aggregazione è quello di condividere il cibo. Tutti attorno ad un tavolo a godere della bella compagnia.

     Di ristoranti ce n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche, quindi in grado di soddisfare anche il bisogno di risparmiare qualche soldino. Ok, possiamo uscire senza spendere troppo. Ci sta.

     Osservando con attenzione i locali si nota che quelli più modesti riempiono qualche tavolo quà e là...e si contrappongono in modo evidente a quelli più curati e ricercati che mostrano il pienone.

     Che strano.

     Si è portati a pensare che i secondi offrano cibi migliori o comunque più apprezzabili al palato. Errore. I secondi, essendo più curati sono più belli. E attraggono come una calamita perchè pullulano di dettagli che fanno la differenza.

     Un bel tovagliato ad esempio. Non necessariamente lussuoso ma di un colore che noi non avremmo mai osato mettere sulla nostra tavola. Il colore è l'invenzione più grande della Natura, ci stravolge i sensi e li avviluppa in una spirale di bocche spalancate. Comprarne una? Ma che scherzi?? No no, si tira avanti con quelle due piene di taglietti e buchetti.

     E poi dei bei piatti, di una forma inusuale e profondamente diversa dalle nostre tristissime fondine. A volte li guardiamo troneggiare nelle vetrine dei negozi di tendenza....ma poi non li compriamo. Si tira avanti con quelli dei punti del supermercato.

     E vogliamo parlare dei bicchieri? Cristalli leggerissimi ed elegantissimi, fanno più belle le nostre mani quando li avvolgono. Comprarli per casa? Macchè, ma figurati, ma dai si rompono subito!! Vuoi mettere quelli della Nutella? ETERNI.

 

     Risultato: si va al ristorante per dimenticare le miserie di casa nostra. E se siamo in compagnia le dimentichiamo meglio. Punto.

     Morale della favola: non ci rispettiamo, non ci consideriamo, non ci apprezziamo.

 

     Preferiamo andare al ristorante, e imbottirci di pastiglie il giorno dopo, che circondarci di cose belle da condividere con gli amici a casa nostra. I soldi che investiremo negli oggetti li risparmieremo in farmacia (grazie ai nostri cibi semplici con ingredienti noti).

     W la pasta e fagioli servita in una tavola splendente. E' questo il nuovo che avanza.

 

     Si conosce la Gioia se la si vive nel quotidiano. Vince chi osa.