L'intestino

 

     Otto metri di tubo prezioso come un diamante. E trattato come un ferro ruggine da discarica. Otto metri di tunnel in cui ogni micron quadrato è un mondo. Viaggio nel secondo (secondo?) cervello, spesso più importante del primo.

 

     Con un intestino in disordine il cervello non produce buoni pensieri, si sa. Con un bel mal di pancia e una serie di sedute in bagno devastanti non si può riflettere sul senso della vita. E ammesso che uno ci riesca capisce di avere una vita senza senso. E non è una battuta.

     Si arriva ad una vita senza senso a causa di un pensiero comune: che il tubo sopracitato sia per lo più un tubo di collegamento nel senso idraulico del termine.

     Se noi riflettiamo sui tubi che conosciamo essi non rappresentano altro che dei contenitori atti a veicolare un corpo liquido dal punto A al punto B. Non hanno altra funzione che questa.

     Siccome l'intestino APPARE a forma di tubo, per la proprietà transitiva si è portati a pensare che SIA un tubo.

     Questi sono gli scherzi del primo cervello. Oggetti con forma simile ti portano ad immaginare una funzione simile. Funzione simile, uguale identità. Da qui a cadere nel baratro del "ma io pensavo che" il passo è breve.

     I baratrizzati, che sono tanti tanti, ci provano in tutte le maniere a domare il tubo: yogurt, yogurt supernaturale, yogurt superfresco della superfattoria a km zero, fermenti lattici, fermenti lattici speciali, fermenti lattici provenienti da ceppi alieni. Niente.

     E allora si passa alle vitamine, si parte dalla A e si finisce alla Z (zeta??) che almeno le vitamine seguano un ordine!! E niente.

      E allora basta con la farmacia! Vado dal medico!! E si dia inizio alla danza degli accertamenti (saggi e doverosi). E niente, non risulta niente. Non hai niente. Dai non hai niente, sei stressato. Niente.

     E mentre sei seduto sul wc il "niente" non lo accetti. Non può essere. Non può essere che non ci sia niente. Qualcosa ci deve essere. DEVE.

     Ma se gli strumenti scientifici, ormai molto accurati, ti dicono che non c'è niente significa che non c'è niente. Niente di niente. E non sbagliano.

     NIENTE DI RILEVABILE CON I POTENTI MEZZI. Qui sta il punto.

     Perchè i potenti mezzi indagano il tubo nel senso idraulico del termine. I tubi sono tubi e si indagano in quanto tubi. Nel dubbio si indagano anche le pareti (si sa mai che ci siano dei cedimenti). Pareti a posto, tubo in ordine. Non hai niente.

 

     Il potente mezzo ha un handicap di fondo: indaga il tubo vuoto. E come si potrerebbe indagare un tubo pieno?? Il tubo pieno non è osservabile!!

     In effetti....

     Sarebbe bello inventare uno strumento piccolo piccolo, tipo chip, da installare fisso nel duodeno. Un bel 3-4 settimane. Poi lo si estrae e lo si fa "leggere" da un'apposita macchina. E ne risulta un bell'elenco, MOLTO BREVE (tipo quello che ci sta in un post-it formato mignon), circa la tipologia dei cibi ingeriti.

     Ne risulta, per differenza, un elenco nutrito (diverse pagine A4) con l'elenco dei cibi mai visti nel duodeno. Il chip non sbaglia: chi c'è c'è chi non c'è non c'è.

     Siamo quello che non mangiamo. E di quello che non si mangia non ci si può nutrire. Se non c'è non c'è. Manca un pezzo. E' la casa senza gli infissi. E' la macchina senza i freni. E' il telefono senza la ricarica.

     Il corpo è come una fabbrica. Le linee di produzione dipendono dalla presenza delle materie prime. Se queste scarseggiano le linee produttive si fermano l'una dopo l'altra.

     Prima si licenzia, poi si chiude.

 

     Quando il corpo è in queste condizioni dà segnali molto forti ed inequivocabili. Ma non rilevabili e traducibili dai mezzi a disposizione. Fatevi un regalo, mangiate diverso.