Integratori, fermenti lattici & Co

 

     A colloquio con la signora Loretta L. di Padova: dottoressa, le chiedo un parere. Ho 38 anni e sono vistosamente in sottopeso. Naturalmente mangio come un bue. La cosa è persino imbarazzante se penso a quante donne vorrebbero essere al mio posto. Purtroppo io nel “mio posto” non ci sto bene. Il mio corpo mi imbarazza perché vengo spessissimo scambiata per anoressica, pur non essendolo mai stata. Sempre con il dovuto rispetto per tutte le persone che sono in sovrappeso e non ce la fanno a dimagrire, io voglio evidenziare quanto umiliante possa essere il dover fare acquisti presso un negozio per bambini. Fino a poco tempo fa mi veniva da piangere, adesso mi sono rassegnata. Comunque mi scuso per le chiacchiere e vengo alla domanda: che cosa ha il mio corpo che non ingrassa? Ma perché non ingrassa? Ah, dimenticavo, la tiroide è perfetta. Mai avuto nemmeno mezzo problema. Ho come la sensazione che il mio corpo butti via tutto quello che io gli butto dentro. Desidero anche dire che mangio, da sempre, solo cibi sani, mai cibi spazzatura. Pur mangiando tanto ho sempre la sensazione di non nutrirmi abbastanza. E allora, oltre al cibo, butto dentro scatole e scatole di integratori minerali, vitamine, ginseng, pappa reale, oligoelementi. Mi sembra che non bastino mai. Che cosa posso fare per il mio corpo? Ma perché non trattiene il cibo? Mi sembra una barca che fa acqua da tutte le parti.


     Gentile signora Loretta, lei mi sottopone una questione che ha come protagonista il metabolismo. Argomento certamente tra i più complicati, sono convinta che il suo significato profondo sfugga anche alla maggior parte di noi, cosiddetti esperti.

     Se così non fosse, nessuno sarebbe in sovrappeso e nessuno sarebbe in sottopeso. Semplice no? Ed invece questi due estremi esistono proprio perché è molto difficile riuscire a “mettere mano” nella stanza dei bottoni del metabolismo.

     Che ci sia un sottopeso o ci sia un sovrappeso, il problema è sempre lo stesso: da qualche parte (dove?) qualcosa non funziona.

     La nostra medicina, così come tutti la conosciamo, si preoccupa molto di ricercare il DOVE più che il cosa/come. Fatti i dovuti accertamenti classici (vedi esami del sangue) il medico di medicina generale ti dirotta verso lo specialista che ritiene più indicato, secondo la propria esperienza, al caso in questione. L’Internista, il Diabetologo, l’Endocrinologo, l'Ortopedico,  ecc.

     Non importa nello specifico chi, l’unica cosa che importa è che ognuno di loro vede un solo aspetto del problema, non il problema nella sua interezza. E non potrebbe essere diversamente. Ognuno si occupa di un settore dell’organismo, di una regione del corpo, di un apparato, o di un solo organo. Comunque di una quota parte più o meno ridotta rispetto al tutto.

     Quando ognuno di questi professionisti, per la propria parte, verifica lo stato di salute del soggetto, normalmente fa fare ulteriori accertamenti. Che si traducono in ulteriori esami, naturalmente. A seguito dei quali si aprono due strade: 1) ci sono dei valori “devianti” rispetto alla norma, pertanto vengono prescritti dei farmaci con l’obiettivo di far rientrare il valore/i nella norma; 2) non ci sono deviazioni significative, pertanto si apre il MISTERO (non mi vengono altri sostantivi).

 

     E quindi decollano le ipotesi: A) ereditarietà? C’è sempre un buon motivo per prendersela con il DNA. Tanto... lui non può né parlare né difendersi (purtroppo). B) familiarità? Vedi alla voce A). C) stress?

     Stress è la parola preferita da tutti. Io, se potessi, la cancellerei dal dizionario di tutte le lingue di tutto il mondo di tutti i pianeti di tutte le galassie. E anche oltre, nell’antimateria (non si sa mai che ci sia anche là, meglio non rischiare).

     È una parola talmente ampia che non ha più nessun senso. Troppi significati nessun significato.

     La parola stress è la rappresentante assoluta dell’ignoranza: "non so, quindi è lo stress". Se i valori sono, sostanzialmente, a posto, sei tu che sei stressato. Sei tu che hai l’ansia, quindi vai dallo specialista più opportuno che ti aiuti a fartela passare.

     Psicoterapeuta o psichiatra? Mah, dipende da come uno se la sente. In genere, dopo essere stati rovesciati come un calzino, si ritorna dal medico di famiglia. Con le orecchie basse e lo sconforto: dottore, non so che cosa ho. Ma secondo lei che cos’ho?

     Anzi no, attenzione: il paziente non chiede “che cos’ho?”, ma chiede “che cos’è?”. Perfettamente in linea con la vecchia legge del causa-effetto, perché si pensa sempre che ci sia una causa esterna, che il problema arrivi da fuori.

     È il motivo per il quale, quando non sappiamo con chi prendercela, che la prendiamo con l’inquinamento (ad esempio). Che, per carità, anche lui farà la sua parte. Ma che lo si prenda in causa quando non dimagriamo/ingrassiamo è un po’ troppo. E allora, siccome non sappiamo che cosa abbiamo, facciamo il pieno di:

  • minerali (tutti, compresi i più rari e di difficile reperimento, non si sa mai che ci manchi proprio il molibdeno o il rutenio);
  • vitamine (mica con il cibo, no no, con quintali di vitamina C D A B (tutta la serie) K PP. Tutte rigorosamente di sintesi, in pasticche);
  • fermenti lattici (per carità, che non si sa mai che ci manchino delle colonie batteriche nell’intestino!! Ci manca solo questa! Ma è possibile che nessuno sappia che il nostro intestino è sempre attrezzatissimo di colonie batteriche?? Che basta modulare il cibo per mantenerle sempre in buona salute?);
  • aminoacidi e proteine (sempre in formato pasticca o tavoletta. Mai che abbia la forma di un buon piatto di cereali o di una bistecca. Macché).

     Tutto ciò premesso, adesso tiriamo una riga e ragioniamo. Ma, secondo voi, in pieno Occidente (opulento, ricco e rigoglioso), ci possono essere carenze nutrizionali? Di più, ci possono essere carenze nutrizionali in un paese famoso in tutto mondo, anzi in tutto l’Universo espanso, per il suo cibo? Se la risposta non ve la siete data da soli ve la do io: è NO.

     NO. Ma.....

     Ma se non impariamo ad USARE il cibo, non arriveremo mai a nutrirci. Una cosa è mangiare, altra cosa è nutrirsi.

     Il cibo va usato, governato, gestito. Va combinato e scombinato. Va capito. E va e calato nella propria condizione. Si chiama NUTRIZIONE.

     E rappresenta la soluzione ai tanti disagi dell'organismo.