La celiachia

 

     Non aspettatevi un articolo su "fa bene fa male". Aspettatevi di sentirvi dire quello che non vorreste (la vita è una cosa complicata, prendiamone atto).

 

     Quelli che, come me, hanno compiuto il giro di boa dei cinquant'anni si ricorderanno che gli "usi e costumi" facevano parte della materia scolastica Geografia.

     Quello che attualmente fa parte degi studi squisitamente sociologici una volta era parte integrante dello studio del territorio nel senso più ampio del termine.

     Esplorando con attenzione l'ambito culinario scopriamo che siamo figli di quello che coltiviamo nelle nostre terre che, a sua volta, dipende dalle caratteristiche del terreno, della temperatura, etc...

     In effetti siamo frutto della nostra geografia perchè, in linea generale, mangiamo quello che le le nostre terre ci offrono in relazione alle loro caratteristiche. E ne facciamo un'abitudine.

     Le abitudini diventano consuetudini.

     E le consuetudini diventano, nel tempo, istituzioni.

     Fu così che l'Italia diventò la patria della pasta, della pizza, del pane e, in generale, di tutte le cose fantastiche che sappiamo fare con il frumento. Siamo dei campioni, c'è poco da dire.

     E come tutti i campioni abbiamo la strada costellata di sangue dolore e lacrime. Le nostre amate paste e pizze ci lasciano in eredità il record di popolo campione in Celiachia.

     Tutto costa, tutto ha un prezzo.

    

     Non fa una piega. Nonostante ciò la celiachia è il disturbo più inaccettato che esista perchè non si cura con una pastiglia ma con l'isolamento dal viziosissimo "mondo Italia" fatto di leccornie a base di frumento.

     Mettetevi in testa che la moglie ubriaca e la botte piena non esistono nemmeno nei film. Se non vi foste imbottiti di frumento adesso non sareste nè celiaci nè intolleranti al glutine.

 

     Non solo. La celiachia ha anche un gradiente di distribuzione. E' più diffusa al sud che al nord, con punte importanti in Sicilia. Ma, Sicilia a parte, si nota proprio un aumento sensibile verso sud a partire dalla Toscana, dove è più radicata la tradizione del farro e dove inizia la prevalenza dell'utilizzo del grano duro sul grano tenero.

     Il massimo dell'incidenza è nelle popolazioni sub-sahariane che hanno un grande consumo di grano duro (cous-cous).

     E' solo una constatazione. Ma è anni che constato la stessa cosa. Ci sono cibi che "spingono" più di altri verso uno stato di malattia.

 

     A parte la constatazione, che è un argomento da tecnici del settore, quello che mi preme segnalare è che la celiachia arriva da un abuso di frumento. No abuso no celiachia.

     Nonostante tutti si strappino i capelli alla ricerca del gene colpevole, responsabilizzando una genetica sfavorente l'uso del frumento, io non mi sento di avallare questo percorso. L'epigenetica ci sta insegnando tanto in tal senso mettendo sempre più in evidenza il ruolo dell'ambiente nell'organizzare e ri-organizzare la sequenza delle basi del DNA favorendo o meno la presenza di un gene.

 

     Siete liberi di scegliere di vivere di solo frumento. Consapevoli che un giorno vi sarà proibito.