La tachicardia
Tutto bene se compare accompagnando uno sforzo fisico o subito dopo. In questo caso la si dà per scontata. Altra cosa è se compare in uno stato di perfetto relax: non te l'aspetti e diventa fonte di preoccupazione (e spavento).
La tachicardia a riposo è uno dei disturbi toracici più diffusi, oltre che essere fonte di intasamento del Pronto Soccorso e motivo di prenotazione della visita dal Cardiologo.
Dal primo si esce rassicurati da un elettrocardiogramma negativo e una flebo di fisiologica, dal secondo si esce rassicurati da una visita scrupolosa con esito negativo.
Poi torni a casa tutto contento, ti metti sul divano davanti alla tivù per goderti in santa pace il dopocena, e...la tachicardia, bastardissima, arriva puntuale come un orologio svizzero.
Ad un certo punto uno si rassegna.
Di difficile rassegnazione, invece, è quel paziente che oltre alla tachicardia a riposo si ritrova con in aggiunta un dolore toracico centrale che si estende a sinista verso la spalla e il braccio. Altrochè 118. Al pronto soccorso ci arriva volando.
Il più delle volte l'elettrocardiogramma è negativo e gli esami del sangue non segnalano l'infarto. Sono rari i casi che finiscono in Cardiologia, gli altri tutti a casa.
E d'altronde se non ci sono i segni e i sintomi che fanno insospettire non c'è motivo per l'osservazione del paziente e tanto meno per il ricovero.
Sia la tachicardia a riposo che il dolore toracico esteso a sinistra, quando si esclude con chiarezza la provenienza dal cuore, sono segnali che arrivano dallo stomaco.
E' un segnale tipico di difficoltà digestiva che, invece che tradursi in un mal di stomaco classico, si manifesta come tachicardia o come dolore toracico diffuso mandando letteralmente in tilt il paziente.
Ma come al solito a tutto c'è una soluzione. Quando compare questo sintomo significa che è lo stomaco "sotto sforzo", non il cuore. E significa che lo stomaco non ha a disposizione tutti gli strumenti per svolgere dignitosamente, e in tempo utile, il proprio lavoro.
Normalmente si tratta di un minerale ampiamente contenuto in un cibo che il soggetto non mangia (ovviamente). L'introduzione (finalmente) dell'elemento mancante farà la differenza.