I cereali: facciamo la spesa

 

     A colloquio con la signora Anna  A. di Venezia: dottoressa, da molti anni ho capito l'importanza del cibo nel mio equilibrio e in quello della mia famiglia. In questo sono molto attenta ma nonostante ciò l’ostacolo più grande, almeno per me, è fare la spesa. Specialmente se si tratta di cereali, specialmente se integrali. Mi sembra di non riuscire ad orientarmi nel mare magnum dell’offerta alimentare. Mi può dare una bussola?


     Gentile signora Anna, non a caso ho scelto la sua domanda tra le tante che arrivano ogni giorno. Certo che le porgo la bussola, strumento prezioso che mi chiedono in tante persone. Mi rendo conto che orientarsi nel complicato mondo della grande distribuzione sia difficilissimo, un vero ginepraio.

     Confezioni di pasta dove si trova la scritta “integrale” a caratteri cubitali. Per poi scoprire, con un occhio molto attento, che di integrale non c’è proprio niente (o poco). Del pane poi non se ne parla. Biscotti e cracker con promesse di salute, grazie all’apporto dell’integrale, che di integrale contengono forse il 20%. Grande attenzione anche alla pizza, proposta con la promessa di essere integrale: anche qui c’è un intoppo tecnico che non permette alla promessa di essere mantenuta perchè la lievitazione di una farina 100% integrale è difficoltosa e non raggiunge certo le vette di una manitoba.

     A tutto questo va aggiunto il particolare più penoso, squisitamente pratico: la difficoltà oggettiva a leggere gli ingredienti. Scritti per acquirenti “aquila”, sembrano fatti apposta per non essere letti. Occorrerebbe andare al supermercato con un microscopio, altroché! Comunque, io non sono lontana dal mettere in pratica questo accorgimento: nella mia borsa c’è, immancabilmente, la mia fedele lente di ingrandimento. C’è poco da fare, se non ce l’ho non leggo e non compro.

     Fatta questa doverosa premessa, inizio a rispondere per punti, nel tentativo di semplificare qualcosa di veramente ingarbugliato.

1) i cibi integrali sono, per definizione, scuri. Questo deve essere sempre tenuto a mente. Infatti c’è chi compera la pasta di kamut o di farro pensando di mangiare integrale. Niente di più falso. La pasta di kamut, o farro, “chiara” è tutto tranne che integrale. Se vogliamo mangiare integrale dobbiamo cercare negli scaffali la pasta di colore scuro. Non importa che sia grano, kamut o farro. Importa che sia scura.

2) fatto questo doveroso primo passo occorre guardare attentamente gli ingredienti. Al di là delle scritte a carattere cubitale, bisogna che ci sia scritto “di farina integrale” e NON "con farina integrale" O "a base di farina integrale". Ripeto, non importa che sia grano, kamut o farro o altro. Un inciso: ricordo a tutti che kamut e farro non sono altro che varietà di frumento (si tratta, in ogni caso, del genere Triticum).
 

3) il punto precedente è importante perché esistono delle paste scure, definite integrali, MA che sono state realizzate con farina 0+crusca (riportato in caratteri degni di una buona lente di ingrandimento). Bella fregatura, termine poco elegante ma estremamente chiaro. Naturalmente, questo vale anche per: fette biscottate, biscotti, cracker, pane, panificati in generale.

4) e ora veniamo ai miei preferiti: i cereali in chicco. Occorre fare subito una grande distinzione tra il riso e tutti gli altri cereali (avena, farro, kamut, orzo). Il riso integrale DEVE riportare sulla confezione la scritta INTEGRALE. Mi sono permessa di puntualizzare la presenza della scritta perché c’è chi compra il riso nero (o rosso) con la convinzione che sia integrale. Proprio no. Se non c’è scritto integrale io vi dico che NON è integrale. Inoltre se il tempo di cottura dichiarato non è almeno di 40 minuti NON è integrale di sicuro.

5) in relazione al prodotto macinato, cioè le farine, vale la stesa cosa: ci deve essere scritto, ben in chiaro, che si tratta di farina integrale (e non di farina 0+crusca).

 

     E ora, con una consapevolezza diversa, buona spesa.