La cura della follia
Quest'opera raffigura la famosa "operazione dei ciarlatani" consistente nella rimozione di pietre dalla testa. L'idea che la follia fosse letteralmente causata da oggetti contenuti all'interno della testa la si può ancora trovare in alcune moderne frasi idiomatiche tipiche nei paesi di lingua inglese, come ad esempio "rocks in the head", letteralmente: avere delle pietre nella testa. In quest'opera si può vedere un anziano e grasso demente mentre viene operato da un cerusico, il cui copricapo è chiamato "l'imbuto della sapienza". La suora, che sta assistendo all'operazione, fa lo stesso assurdo uso di un libro di medicina che tiene in equilibrio sulla sua testa. La forma tondeggiante del dipinto sta ad indicare il mondo. Sullo sfondo del paesaggio olandese si intravede, alla sinistra della testa del ciarlatano, una forca, simbolo della malvagità del mondo.
Siamo alla fine del '400 e stiamo entrando nei fasti e nella magnificenza del Rinascimento. Il mondo si sta ancora leccando le ferite mortali di peste e lebbra. Ma tubercolosi, sifilide, scabbia, carbonchio e tifo daranno filo da torcere ancora per secoli, fino al nostro '900. E ancora ne daranno vista l'emergenza planetaria della resistenza agli antibiotici.
Il Rinascimento porta con sé la filosofia della scienza e l'umanesimo: il fiorire in Italia delle università, al riparo delle nuove classi mercantili, spinge il motore intellettuale dal quale deriva il progresso scientifico che caratterizza questo periodo di splendori scientifici e tecnologici. L'inizio di una nuova era per le scienze naturali e per la medicina, si inizia a contemplare l'universo sotto un'ottica meccanicista, ovvero materialista. Il divino lascia il palcoscenico per lasciare il posto d'onore alle prove sperimentali: misurabili, ripetibili, numerabili.
Il ciarlatano che vediamo nel dipinto, in passato molto accreditato, sarà soppiantato da un soggetto che prenderà il nome di chirurgo ma che sarà ancora lontano anni luce dal Chirurgo come noi lo conosciamo e intendiamo. D'altronde fino all'800 la figura del chirurgo non esisteva. Esisteva certamente la figura del Medico ma non aveva nulla a che vedere con tagli e/o incisioni delle carni.
Il medico era un Dotto, un Sapiente che si guardava bene dal toccare il paziente. Era un vero clinico, il classico studioso dottissimo e coltissimo. Le sue conoscenze erano limitate alle poche conoscenze del tempo, ma ampie: alchemico, astrologo, erborista, filosofo, letterato, matematico e, perchè no, musico. Le discipline non erano nette come le intendiamo noi, erano sfumate l'una nell'altra a dare origine a un summa dominio di pochi. L'anatomia era un concetto astratto più vicino alla fantasia che alla realtà, non si aveva idea degli organi interni del corpo: non si conosceva la loro esatta collocazione/posizione e i rapporti tra gli organi (collegamenti). Senza anatomia non c'è chirurgia: il chirurgo è, fondamentalmente, un anatomico. In compenso si conosceva la fisiologia, certo non nel dettaglio come noi, tuttavia si conosceva molto del funzionamento degli organi grazie al fatto che i medici erano, gioco-forza, degli osservatori instancabili: mica c'era la TAC o i raggi X. Osservavano, riflettevano e mettevano in pratica. I grandi medici del passato sono, a tutt'oggi, insuperati e insuperabili.
Ma torniamo al nostro ciarlatano con l'imbuto in testa, così colgo l'occasione per spiegare alcuni dettagli fantasiosi, ma solo apparentemente, del dipinto. Noi intendiamo il ciarlatano come un imbonitore/venditore di bufale, qualcuno che vende beni o servizi che non risponderanno a quanto dichiarato. A quel tempo il ciarlatano era un soggetto che esercitava pratiche da guaritore approfittando della buona fede delle persone (e tanta, tantissima ignoranza) allo scopo di ottenere denaro o altri vantaggi. L'imbuto in testa, ma anche la suora col libro in testa, danno più la misura dell'ignoranza dilagante che non della bizzarria dei soggetti. Infatti solo un povero credulone può dare credito a un guaritore conciato in questo modo.
Non solo, il ciarlatano nella sua immensa falsità si improvvisa chirurgo perchè noi lo vediamo intento a estrarre qualcosa dalla testa del pover'uomo. Ma a quel tempo il chirurgo come lo intendiamo noi non esisteva nemmeno nei sogni più fantasiosi e qualsiasi persona si permettesse di mettere mano dentro le carni di qualcun altro veniva chiamato cerusico. Che altro non era, parliamoci chiaro, che il barbiere. Barbiere che aveva un ruolo "allargato" ma riconosciuto: faceva barba e capelli, estraeva denti, incideva bubboni e ascessi, toglieva i calli. Tutti lavori di bassa manovalanza e alto rischio da cui i medici hanno sempre preso le distanze perchè considerati indegni del loro sapere.
La cura della follia, Geronimo Bosch 1494ca, pittura ad olio su legno. Museo del Prado, Madrid