Quando l'intestino si ribella

 

     A colloquio con il signor Orlando G. di Padova: dottoressa, mi sono sempre sentito dire, da mia madre, di essere nato stitico. Magari lo fossi ancora. Con tutto il rispetto che ho per quelli che vivono con i lassativi a portata di mano, sono costretto a dire che mi piacerebbe tanto avere lo stesso problema. Scusi sa, ma con la stipsi si va in capo al mondo, con la dissenteria non si va da nessuna parte. Non puoi organizzare niente nella vita, NIENTE. Vivere nel terrore di dover cercare un bagno, e sperare anche di trovarlo libero! Non vado più al cinema, al ristorante, in palestra. Non vado a casa di amici, sono loro che vengono da me. Le passeggiate devono, obbligatoriamente, essere brevi (e vicine a casa). Mi terrorizza sempre il pensiero di andare al supermercato, ma non posso evitarlo. Ci tengo a dirle che non dipende dallo stato emotivo, non sono nemmeno un soggetto ansioso. Ripeto, con tutto il rispetto per quelli che non possono fare a meno del lassativo, io penso che non ci sia niente di più stupidamente limitante al mondo: doversi chiudere in casa e non avere nemmeno l’alibi di essere ammalato. La prego di non rispondermi che è tutta colpa dei latticini: non ne consumo mezzo, da sempre (non mi piace proprio il gusto). Se non è il latte (e non è l’ansia) che cos’è?


     Bella domanda signor Orlando, di quelle che non ti lasciano grandi spazi di manovra, direi. Togliendo le due più grandi fonti che alimentano la dissenteria, resta ben poco a cui appellarsi. Tuttavia qualcosa c’è ancora, vediamolo insieme.

     Dopo latte e ansia viene, a gran sorpresa, la frutta. Nonostante tutti decantino le virtù incomparabili della frutta io le dico che la mia esperienza mi porta lontano da questo tam tam.

     Se è noto, ed è arcinoto, che la frutta aiuta a mantenere una certa morbidezza delle feci è altrettanto vero che questo vale solo per quelli che la tollerano alla grande. Per tutti gli altri vale che la morbidezza si trasforma in feci mal formate o non formate fino ad arrivare alla situazione limite di feci non controllabili.

     Con la scusa che la frutta è considerata innocente a nessuno viene in mente di indagare in questa direzione. La diagnosi è quasi sempre di colon irritabile e la questione finisce lì. Eppure basterebbe indagare le allergie, ad esempio. Basterebbe anche solo chiedere "sei un soggetto allergico?". Davanti a risposta affermativa si apre un mondo da indagare dove la frutta ha spesso un ruolo da primadonna.

 

 

     Un altro caso in cui si verificano dissenterie importanti e incontrollabili è quello dell'intolleranza al glutine e, ancor di più, nei casi di celiachia. A differenza della precedente, piuttosto subdola, questa invece è riconoscibile perchè la dissenteria compare quasi sempre poco dopo avere mangiato un alimento col frumento. Non è una dissenteria "senza orario", in genere è vicina ai pasti.

     Proprio per questa sua riconoscibilità è saggio orientarsi subito nell'indagare sia l'intolleranza al frumento che la presenza della celiachia. In caso quest'ultima risulti negativa ma l'intolleranza risulti positiva COMUNQUE il glutine va eliminato. Per buona pace di chi crede ancora che l'alimentazione di un intollerante al glutine sia diversa da quella di un celiaco.

 

    Detto questo, ogni cibo può, potenzialmente, essere in grado di rendere diarroico l'intestino. E quasi sempre si tratta di un cibo che consumiamo con una frequenza da alta a altissima, cioè quotidiano o pluriquotidiano. Non so bene come spiegarlo ma quando noi facciamo questo "sfianchiamo" l'organismo mettendolo in una condizione di tossicità. Il cibo da buono e amico si trasforma in acerrimo nemico solo perchè non abbiamo dato al nostro organismo la variabilità che lui vuole per essere sempre una macchina efficiente.