Il dolore mestruale

 

 

    A colloquio con la signora Anna B. di Padova: soffro, si può dire da sempre, di un grave dolore addominale che inizia qualche giorno prima del mestruo e termina al terminare del flusso. Gli antidolorifici a volte sono efficaci, ma non tutti i mesi lo sono nello stesso modo. Nemmeno le mie due gravidanze hanno cambiato qualcosa circa la modalità e l’intensità del dolore. Ormai la diagnosi, pur non certa, è di Endometriosi. Mi chiedo se ha senso sottoporsi all’intervento chirurgico e se posso fare ancora qualcosa, di ordine pratico, per migliorare la qualità della mia vita in quei giorni.    


     Gentile signora, lei mi fa presente un tipo di disturbo talmente diffuso nella popolazione femminile, che ormai viene dato quasi per scontato. Come se averlo fosse qualcosa di normale ed accettato, facendo passare per eccezione il caso in cui il dolore non si presenta. Peccato che sia l’esatto opposto. O meglio, per fortuna.

     Il dolore mestruale è, nei casi più seri, un dolore straziante. Per niente lontano dal dolore del parto. Sostanzialmente si traduce in un crampo che si presenta ad intermittenza, con una frequenza molto alta. Il dolore è realmente crampiforme, perché l’utero è un muscolo. Si tratta, in buona sostanza, di una “camera” formata di strati e strati di fibre muscolari striate, proprio come i nostri muscoli. Se ci pensate è anche ovvio: altrimenti come farebbe a “dilatarsi” durante la gravidanza e a “restringersi” nel post gravidanza, se non fosse un muscolo?

     Ma torniamo all’anatomia aggiungendo che, nella parte interna, la camera è ricoperta di uno strato di mucosa chiamato endometrio. Ma l’endometrio c’entra ben poco con l’endometriosi, nel senso che il dolore arriva direttamente dalla parte muscolare, che contraendosi genera un dolore anche intensissimo. Spesso con il bisogno di spingere, proprio come nelle contrazioni del parto, che inducono inevitabilmente a spingere.

     Questa del muscolo è un’informazione importantissima che viene poco diffusa, chissà poi perché. Se fosse diffusa, aiuterebbe le donne a vivere meglio la propria femminilità e fertilità, evitando di incattivirle nel desiderio di una menopausa vista come un'ancora di salvezza.

     Se è vero che l’utero è un muscolo, è vero anche che gli elementi maggiormente rappresentati nel tessuto muscolare sono il ferro e il glucosio (zucchero), nutrienti essenziali dei muscoli.

     Ebbene, tutti gli alimenti che entrano in conflitto con questi due costituenti maggiori portano il muscolo allo stress massimo e quindi al crampo. Vediamoli.

 

     latte e derivati rappresentano i cibi che interferiscono di più, in assoluto, con il metabolismo del ferro, proprio per un influenza negativa sull’equilibrio dello stesso. Stiamo parlando in particolare del latte, dei formaggi freschi e di tutti i cibi che li contengono: gelato, puré, besciamella, torte, budini, tutta la pasticceria, ecc...

     L’eliminazione di tali alimenti ha un’influenza estremamente positiva sui dolori femminili, alleviandoli nei casi più gravi e cancellandoli nei casi più lievi. Non ultimo, l’influenza positiva nell’alleviare anche il dolore che si presenta in fase ovulatoria, per alcune donne sentito persino più doloroso di quello mestruale.

     2° il caffè entra in conflitto con il metabolismo del glucosio e, di fatto, ne impedisce l'azione nutriente.

     Una vita costellata di amati caffè non è in linea con la salute per molte persone. L'interferenza con lo zucchero avviene a livello del fegato e lo rende meno disponibile per l'attività nutriente in generale e muscolare in particolare. Colgo l'occasione per ricordare sempre che il cuore è un muscolo, vado fuori tema ma ne vale la pena.

     pasta (grano duro) e i grani antichi o poco selezionati come: kamut, farro, orzo, grano saraceno. Non si tratta di glutine o meno (il grano saraceno non ne ha) ma sempre di interferenza con il metabolismo del glucosio rendendolo meno disponibile.

     Noi italiani siamo grandi consumatori di semola di grano duro, da noi la pasta è un culto. Tuttavia occorre praticare la moderazione, a favore del riso e della pasta di mais che non interferiscono con l'azione glicemica, checchè ne dicano le teorie classiche e i reparti di diabetologia. Non vivrò abbastanza a lungo per vedere a) depennata dal vocabolario la parola carboidrati; b) la separazione definitiva di significato tra zucchero e farina e/o zucchero e amidi.

    

     Tornando al caso della signora, per soddisfare appieno la sua domanda manca ancora una parte: ha senso sottoporsi all’intervento chirurgico? In altre parole, è risolutivo? La risposta è: spesso no. Dopo un periodo iniziale di apparente bonaccia il dolore torna a gran carica. Per ovvi motivi: l’intervento chirurgico non va ad incidere sulla causa del dolore, ma sui suoi effetti. Uno degli effetti di questa sofferenza dell’utero è un’infiammazione generale dell’addome, tale da generare una sorta di deposito mucillaginoso sull’utero (parte esterna), ovaie, peritoneo e intestino.

     Una sorta di velo che ricopre tutto, e che il chirurgo, con pazienza certosina, stacca ed asporta. È vero che lui pulisce tutto ma, se la causa del male rimane, tutto torna come prima nel volgere di breve.

     Ho fresco il ricordo di una giovane e bella signora che è venuta a trovarmi dopo essersi sottoposta a ben tre interventi chirurgici, tutti risultati inutili. Le prospettavano il quarto. Attualmente tutto questo è, per lei, un lontano ricordo. Forse nemmeno più un ricordo.

     Il suo quadro è cambiato radicalmente da quando ha cambiato il suo  modo di nutrirsi: la nutrizione incide in modo determinante sul livello di salute generale. E sul dolore, qualunque e dovunque esso sia, in particolare. Il cibo, non finirò mai di dirlo, agisce come un farmaco: il cibo sbagliato genera dolore o acuisce un dolore già presente, il cibo corretto è in grado di risolvere un dolore o di alleviare notevolmente uno stato doloroso cronico.

     Quando si ha un malessere generale, cronico da anni, dove si è provato di tutto e di più, prima di passare alla rassegnazione totale è bene andare a trovare il Nutrizionista. In genere il dolore acuto entra a fare parte della stanza dei ricordi.