Cibo, farmaco & malattia

 

     Qualche giorno fa ho letto un articolo riguardante l'ormai nota poca efficacia degli antibiotici. Dico nota ma lo è fino ad un certo punto, nel senso che lo è per noi tecnici del settore ma non lo è per la gente comune, per la popolazione. Parliamone.

 

     Tutti pensano all'antibiotico come a un farmaco che, se dato a ragion veduta, ha un'attività risolutoria nei confronti dell'invasione batterica. Purtroppo dobbiamo dire "aveva" e non "ha" perchè dagli anni di Fleming (e la sua geniale osservazione/scoperta) a noi, il tempo ha spalmato una buona dose di inefficacia.

     Negli anni '30-'40 si moriva ancora di diarrea da infezioni intestinali, tubercolosi, polmoniti, febbre puerperale, polmonite, difterite, meningite, sifilide, tetano. La penicillina, e gli antibiotici venuti poi, hanno salvato la vita a miliardi di persone. Furono considerati "medicamenti miracolosi".

     Antibiotici che per anni hanno protetto l'umanità ora sono inefficaci contro molte infezioni. Sulla resistenza batterica si è detto ormai tutto. Si conosce, ad esempio, l'importanza di usare gli antibiotici solo se indispensabili e nei corretti tempi e dosaggi, altrimenti si selezionano ceppi resistenti. Purtroppo di antibiotici si abusa e i batteri resistenti sono sempre di più.

     Ma il motivo della preoccupante inefficacia non può essere solo questo. Vediamo i dettagli.

 

     Stiamo parlando di una crisi sanitaria planetaria, non di un'ipotesi da salotto buono. Si stima che ogni anno muoiano nel mondo un milione e mezzo di persone per batteri resistenti un tempo curabili, tanti quanti i morti di diabete e più dei morti per incidenti stradali. I paesi ricchi sono saturi di antibiotici a basso prezzo, da cui sia l'abuso che l'inefficacia. A fronte del milione e mezzo di morti per cattivo uso dell'antibiotico, sette milioni di persone muoiono perchè, per ragioni economiche, NON hanno accesso all'antibiotico.

     Ma è possibile che muoiano un milione e mezzo di persone nel mondo solo per abuso di antibiotico? In effetti di abuso si tratta ma mentre una parte dell'antibiotico viene assunta in maniera consapevole, un'altra parte viene assunta in modo inconsapevole e, forse, è la parte maggiore. E arriva dall'acqua.

     Un eccesso di antibiotico ai limiti della follia è iniziato negli anni '50 quando si scoprì che, con antibiotici a basso dosaggio, gli animali d'allevamento crescevano più in fretta (per meccanismi biologici non chari). Attualmente, nel mondo, si usano più antibiotici per questo scopo che per curare ammalati.

     Gli animali producono escrementi contenenti antibiotici poco o non metabolizzati che portano a un inquinamento del terreno e una conseguente contaminazione dell'acqua, quindi ad un involontario ed immenso consumo di antibiotici che ingigantisce la resistenza batterica (va detto, per par condicio, che anche noi umani produciamo urine e feci cariche di farmaci non metabolizzati, che finiscono nella rete fognaria e, in definitiva, nelle acque).

     Ciò detto arriviamo al dunque. Un esempio attuale: a Città del Capo duemila persone ogni centomila soffrono di tubercolosi resistente a tutti gli antibiotici. E' la situazione del 1899. Fra non molti anni, se nulla cambia, ci si troverà nella condizione preantibiotica: impossibile da immaginare. Eppure nel 1986 il mio professore di Patologia generale ce lo diceva sempre (e noi che lo credavamo un fissato...).

     Soluzioni? Due, di cui una allo studio. Si studia la possibilità di utilizzare virus al posto degli antibiotici, virus in grado di uccidere i batteri senza danneggiare l'uomo e senza creare resistenza batterica. C'è un solo ostacolo: il trattamento deve essere allestito individualmente (vi lascio immaginare la difficoltà e i costi, temo che sia realizzabile in via teorica ma non praticabile). La cosa positiva è che qualcuno ha capito che la "violenza" del battere non dipende dal battere in sè ma dall'organismo in cui è contenuto. Finalmente.

     La seconda soluzione non è allo studio perchè non è studiabile se non individualmente. Dare a ognuno il cibo adeguato per far si che il battere non abbia terreno di crescita.

_____________________________________________________________

W. HALL, A. McDONNELL, J. O'NEILL (2018), Superbugs an arms race against bacteria, Harvard Univ. Press Cambridge, London.

 

The Spoonful of Milk, Marc Chagall 1912